Stanze di Teatro in Carcere al tempo del Coronavirus

Dopo l’immediata e pressoché totale sospensione delle attività, in seguito al DPCM dell’8 marzo 2020, che ha introdotto le misure per il contrasto al Covid-19, i registi del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna si sono impegnati a dare continuità al progetto “Padri e figli”, inaugurato nel 2018, sperimentando modalità di lavoro del tutto anomale. Incontri in remoto, videolezioni, epistolari teatrali, prove a distanza supportate da collegamenti via tablet e anche da radio locali hanno sostituito, laddove possibile, i laboratori in presenza, a dimostrazione dell’importanza che il lavoro teatrale in carcere ha assunto non solo per gli artisti, ma anche per gli attori detenuti e per l’istituzione, consapevole del valore del progetto e delle sue ricadute.
A Castelfranco Emilia e a Modena il regista Stefano Tè ha continuato a sviluppare la drammaturgia dello spettacolo Padri e Figli lavorando sul confronto con due testi guida, Le avventure di Pinocchio e i Vangeli, attraverso sessioni di prove che sono riprese in aprile da remoto (con l’ausilio di collegamenti video via tablet) e in agosto in presenza, per arrivare a proporre il lavoro in ottobre a Gombola, nell’Appennino modenese, al termine di un periodo in residenza.
A Ferrara i registi Horacio Czertok e Marco Luciano hanno ripreso a lavorare a distanza in marzo, con il laboratorio in forma epistolare Esercizi di libertà, per ricominciare ad agosto l’attività in presenza con le prove dello spettacolo Album di famiglia, ispirato alla tragedia di Amleto e alle sue riscritture novecentesche.
A Bologna il lavoro del regista Paolo Billi con le attrici della sezione femminile si è sviluppato a partire da marzo in un Epistolario teatrale a distanza. Una fitta corrispondenza via mail che ha prodotto un’ampia raccolta di materiali drammaturgici e azioni fisiche lavorando sul copione Figlie di Lear. Da aprile la simulazione virtuale delle sedute di prove ha dato vita alla rubrica Prove a distanza, in onda settimanalmente su Radio Città Fujiko, e a dicembre l’esperienza è stata ospitata nella trasmissione Natale liberi dentro, sulle stesse frequenze e sul canale di Teletricolore.
A Forlì la regista Sabina Spazzoli ha inaugurato un’attività di videolezioni portando avanti, a partire da aprile, il lavoro sulla Tempesta di Shakespeare, interrotto a febbraio e ripreso in presenza a giugno.
Si è invece fermata l’attività di Eugenio Sideri a Ravenna, dove il gruppo che ha lavorato con il regista fino all’inverno 2019 ha subito avvicendamenti e trasferimenti, ancor prima di incontrare l’emergenza Coronavirus che ha causato la sospensione degli incontri. Le attività sono riprese a settembre 2020 con un nuovo gruppo, per poi essere nuovamente sospese a novembre per l’aggravarsi della situazione sanitaria. Allo stesso modo durante tutto il 2020 l’attività di Corrado Vecchi a Parma non si è potuta svolgere neppure a distanza, in quanto nelle settimane antecedenti al lockdown il gruppo degli attori era in fase di formazione.
Assai limitate sono state le attività in presenza, circoscritte ai primissimi mesi dell’anno e, in alcuni casi, all’autunno. Fra di esse, i laboratori con i minori e i giovani adulti dei Servizi di Giustizia Minorile, che hanno dato luogo allo spettacolo Le orme dei figli, presentato a Bologna, nel cortile dell’IPM, fra agosto e settembre.
Molti gli eventi annullati, di cui abbiamo voluto comunque conservare traccia nel calendario contenuto in questa brochure.
Nonostante l’emergenza sanitaria, le Stanze di Teatro in Carcere, giunte alla decima edizione, hanno proseguito e approfondito il rapporto teatro-carcere-scuola con il progetto Il Teatro Carcere incontra gli istituti superiori dell’Emilia Romagna, un percorso online realizzato su piattaforma Zoom nei mesi di aprile e maggio per riflettere sulla condizione della detenzione e sul valore della cultura e del teatro come fattori di trasformazione e di crescita.

Cristina Valenti

CON IL SOSTEGNO DI

CON IL PATROCINIO DI